Il richiamo del Presidente Patuelli va sostenuto  ai più alti livelli

Occorre modificare il meccanismo del ‘calendar provisioning’ previsto dalla normativa europea e del nuovo concetto di default: dal 1 gennaio 2021 per un credito scaduto superiore a 90 giorni se l’importo supera i 100 euro per i privati, o 500 euro per le imprese si entra nella lista dei cattivi pagatori

di Mauro Mambelli*

In questa prolungata emergenza pandemica Covid-19, alle imprese e al mondo produttivo in generale cioè a quel sistema che fa andare avanti l’economia del nostro

Paese servono indennizzi

immediati, adeguati e semplici, ristori a fondo perduto, moratorie fiscali, flessibilità nei pagamenti, minor burocrazia.

Non solo. In una situazione di assoluta incertezza per le imprese che non sanno che cosa faranno domani a causa di ordinanze regionali e Dpcm che si accavallano nel giro di 48 ore, il credito alle imprese e le regole per i rimborsi assumono una rilevanza prioritaria per la quasi totalità delle imprese che ad esso fanno ricorso, determinandone l’esistenza o la scomparsa dal panorama economico. 

Il preciso e puntuale richiamo del Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana Antonio Patuelli, pubblicato da il Resto del Carlino, a modificare il meccanismo del ‘calendar provisioning’ previsto dalla normativa europea e del nuovo concetto di default secondo i quali rischiano di essere dichiarate insolventi le imprese in debito anche di soli 500 euro, è giusto e opportuno e va sostenuto ai più alti livelli. 

In sostanza dal 1 gennaio 2021 per un credito scaduto superiore a 90 giorni se l’importo supera i 100 euro per i privati, o 500 euro per le imprese si entra nella lista dei cattivi pagatori. 

Bene ha fatto il Presidente Patuelli a sollevare ora questo problema e a chiederne la modifica perché ciò di cui oggi non abbiamo assolutamente bisogno è la rigidità di meccanismi decisi alcuni anni fa in sede europea che, se applicati, determinerebbero irrimediabilmente la scomparsa di migliaia di imprese.

Non so se a tutti è chiara la situazione, ma siamo di fronte ad una delle crisi più gravi, difficili e complesse della nostra storia, una crisi che riusciremo a superare solo con la programmazione e il coordinamento di azioni incisive, forse mai attuate prima di ora: se non ci saranno è a rischio la tenuta economica e sociale del Paese.

*Presidente 

Confcommercio 

provincia di Ravenna

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