il Resto del Carlino 26 aprile 2025
PERSI 85 NEGOZI IN DUE ANNI CROLLO NELL'ABBIGLIAMENTO BOOM DI RISTORANTI, CALO DEI BAR
Secondo i dati di #Confcommercio tra il 2019 e il 2024 hanno chiuso i battenti 221 tra boutique e calzaturifici. «No rischio desertificazione, ma commercio va difeso»
In due anni a #Ravenna si sono persi 85 #negozi e tra 2019 e 2024 hanno chiuso i battenti 221 imprese specie nel settore abbigliamento-calzature; tengono invece le farmacie, i negozi di informatica-telefonia e anche i bar e ristoranti (boom in città) ma che cedono nel forese.
Nel Comune di Ravenna non si può parlare di rischio di desertificazione commerciale, come ad esempio ad Ancona, Gorizia, Pesaro, Varese e Alessandria con perdite di negozi al dettaglio superiori al 30-34%, ma di contrazione della rete commerciali sì. A fine 2024 le imprese del commercio al dettaglio assieme ad alberghi, bar e ristoranti nel Comune di Ravenna erano pari a 2.127 unità. Il fenomeno delle chiusure delle attività commerciali è più visibile nelle vie dello shopping ravennate, meno nel forese in quanto più frammentato ma più consistente e marcato. Del resto, secondo l'elaborazione dell'Ufficio Studi di Confcommercio negli ultimi anni il centro storico ha perso 36 negozi e oggi conta 577 imprese, nel forese hanno chiuso 54 negozi commerciali per un totale di 485 imprese esistenti.
Andando più nel dettaglio, nel nostro comune e quindi anche nel nostro centro storico ravennate sono sempre meno i negozi di beni tradizionali come abbigliamento e calzature rispetto a cinque anni fa (da 384 a 340, 44 attività in meno), mobili e ferramenta (da 137 a 119, 18 attività in meno), libri, giocattoli e articoli sportivi (da 123 a 90, 33 attività in meno), carburanti (da 30 a 23 -7 attività). Quasi stabili i negozi di apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni in esercizi specializzati (28) e le farmacie (40). Diverso il discorso per alberghi, bar e ristoranti: seppur in diminuzione (oggi sono 1.065, cinque anni erano 1.086), nel centro storico di Ravenna aumentano di 9 unità mentre calano nel forese (meno 30 imprese). Nel dettaglio, è stabile il numero degli alberghi nel centro storico, in aumento B&B, case per vacanze, affittacamere. Crescono i ristoranti sia nel centro storico che nel forese (rispettivamente 257 e 322) mentre calano i bar passando da 158 di cinque anni fa agli attuali 145 mentre nel forese passano da 189 a 184.
«Più volte come Confcommercio abbiamo detto che qui a Ravenna non c'è al momento il rischio di desertificazione commerciale: il commercio tradizionale è vivo anche se va difeso quotidianamente perché i negozi sottocasa sono sinonimo di vitalità, servizio per il consumatore e sicurezza - afferma Mauro Mambelli, Presidente Confcommercio Ravenna. Oggi occorre fare un passo in avanti con veri progetti di riqualificazione urbana, come ad esempio i nuovi hub urbani per dare maggiore attrattività e vivibilità a spazi urbani, una sorta di rigenerazione della città. Il commercio fisico infatti è vitale per la città e produce esternalità positive di cui le politiche pubbliche devono tener conto: vivibilità della città, presidio contro il degrado, attrattività turistica. Inoltre occorrono patti locali per la riapertura dei negozi sfitti: sarebbe opportuno attivare accordi tra il Comune, associazioni e proprietari per agevolare la definizione formale di canoni di locazione calmierati, in particolare nei quartieri più fragili e rendere accessibili gli immobili anche alle imprese nascenti o in difficoltà.
Un tema, quello del commercio, che deve entrare nella campagna elettorale e di cui come Confcommercio chiederemo conto ai candidati».
Giorgio Costa.