Vetrine vuote nelle vie della città Spariti 278 negozi in un decennio. Crescono farmacie e informatica

I dati di Confcommercio e Centro studi Tagliacarne: attività calate da 1.499 a 1.221 fra 2012 e 2023. Confcommercio: «Non si può parlare di rischio desertificazione come altrove, ma serve un rilancio»

«C’è chi dice che si vede ad occhio nudo e chi passeggiando per le vie dello shopping vede le vetrine vuote e dice ‘ti ricordi chi c’era qui..». Lo dice Mauro Mambelli, presidente di Confcommercio Ravenna. E lo

confermano i dati: negli ultimi dieci anni nel territorio comunale si sono volatilizzate 278 attività di commercio al dettaglio. Siamo passati da 1.499 imprese a 1.221 imprese. A scanso di equivoci, non ci sono differenze tra centro storico e forese: il centro ha perso 138 attività, il forese 140.In calo anche il commercio ambulante: da 184 attività, oggi se ne contano 138. Secondo l’Ufficio Studi Confcommercio sulla demografia d’impresa, in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di commercio Tagliacarne, tra il 2012 e il 2022 è sparito, complessivamente, quasi il 20 per cento del commercio al dettaglio e del commercio ambulante.I numeri sono impietosi. Sono sempre meno i negozi di beni tradizionali come abbigliamento e calzature (da 485 a 369 -116 attività), mobili e ferramente (da 170 a 130 -40 attività), libri e giocattoli (da 143 a 114 -29 attività), carburanti (da 53 a 25 -28 attività). In aumento i negozi di apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni (da 20 a 32) e le farmacie (da 29 a 41), soprattutto nel forese dove ora c’è un servizio migliore.Il tessuto commerciale dunque cambia, e la doppia crisi pandemica ed energetica ha certamente enfatizzato i trend di riduzione, accelerando il processo.«Qui a Ravenna – spiega Mambelli – non si può parlare di rischio di desertificazione commerciale, come invece sta avvenendo in altre città italiane, ma è necessario però rilanciare il tessuto urbano e commerciale per evitare che la nostra città entri in una spirale di decadenza e di sofferenza. Il commercio ‘fisico ‘ tradizionale va difeso. «Fra gli interventi – conclude – è necessaria anche un’accelerazione della riqualificazione urbana, perché dove ci sono negozi, ci sono vitalità, servizi e sicurezza. è necessario l’impegno corale di chi può mettere in campo azioni mirate: Regione, Comune e associazioni di categoria».

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