«Ben venga l’obbligo.

Ma che non pesi sui bar»

Il sindaco: «L’onere dei controlli non può finire sulle spalle delle attività» Mambelli (Confcommercio): «Il certificato andrebbe chiesto ovunque»

Per andare allo stadio o in palestra, mangiare nei ristoranti o bere un caffè al bar. Sono tutte occasioni nelle quali, secondo le ipotesi che circolano in questi giorni, a

breve potrebbe servire il green pass. Entro questa settimana il governo dovrà definire la situazione, e intanto la politica discute. Il sindaco Michele de Pascale, però, non ha dubbi: «Il diritto alla libertà di chi si è vaccinato non può essere messo in discussione da chi non si vuole vaccinare» dice, e aggiunge che «mi sembra di assoluto buonsenso utilizzare il green pass collegandolo all’andamento dei contagi del territorio. È più che evidente che se in un territorio i contagi sono fermi non ha senso gravare di burocrazia i cittadini e le imprese. Diverso è il discorso di fronte a un incremento dei contagi, come purtroppo sta accadendo. In questo scenario chi si oppone all’uso del green pass di fatto propone nuove chiusure generalizzate, mentre l’obiettivo assoluto deve essere non chiudere più». De Pascale si dice inoltre d’accordo con Bonaccini sulla proposta di rendere obbligatorio il vaccino anche per gli insegnanti, oltre che per i sanitari: «Non solo, ma ritengo che dovrebbe essere obbligatorio anche per altre figure professionali che lavorano a stretto contatto col pubblico, come le prestazioni non sanitarie di artigianato di servizio alla persona e non solo». Riguardo il nodo più delicato, ovvero la richiesta del green pass per mangiare in bar e ristoranti, De Pascale si dice sempre a favore: «Ma non va scaricato l’onere dei controlli su baristi e ristoratori. All’interno della categoria non vedo persone contrarie a questo strumento per ideologia, ma che temono di doversi ritrovare a gestire anche questo aspetto, con tutti i rischi e la burocrazia connessi. Occorre invece mettere delle sanzioni importanti e fare i controlli». Per il sindaco una cosa è certa: «Sicuramente si arriverà a delle differenziazioni tra ciò che può fare un vaccinato e ciò che può fare un non vaccinato. Consiglio quindi di vaccinarsi in fretta, visto anche che le dosi sono due». Le preoccupazioni espresse dal sindaco sul tema di bar e ristoranti sono le stesse che ha Mauro Mambelli, presidente provinciale di Confcommercio e ristoratore: «Nei giorni scorsi abbiamo avuto un incontro con l’assessore regionale Vincenzo Colla – dice – e la nostra linea è che non ci possiamo permettere nuove chiusure, ma nemmeno possiamo pensare che il governo metta sulle spalle di bar e ristoranti il peso dei controlli: vorrebbe dire usare noi come strumento per fare quello che loro non hanno il coraggio di fare. Il green pass va bene, ma a questo punto deve essere per tutti: devono chiederlo sull’autobus, al supermercato, nei negozi... Dobbiamo uniformarci tutti, e chi non è vaccinato sta a casa propria. Anche perché in un ristorante arrivano anche 20, 30 persone a mangiare tutte insieme: diventa difficile per il ristoratore andare a controllare tutti, documenti alla mano. Se vogliamo accelerare acceleriamo, ma tutti quanti insieme». «L’importante è che continuiamo a lavorare – dice anche Mauro Tagiuri, presidente Confesercenti Ravenna –. Il green pass può essere utile in questo senso, ma poi molto dipende anche da come verranno definite le cose in concreto. In questo momento comunque la situazione nelle nostre zone mi sembra buona, anche se i casi ci sono. È chiaro che i vaccini sono l’unica soluzione, mentre invece non si deve passare per restrizioni e chiusure». 

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