il Resto del Carlino 11 febbraio 2021

I ristoratori in piazza

«Riaprire anche la sera»

Ieri distesa di tavoli per il flash mob di Confcommercio e Confesercenti I titolari di bar ed esercizi hanno manifestato per un ripensamento degli orari

La protesta in tavola. Ieri mattina, dalle 10 alle 10.30, in piazza del Popolo i titolari di ristoranti, bar, pub e strutture ricettive hanno detto: «Ora basta, lasciate

lavorare le nostre imprese!». Non c’è allarme arancione che tenga. Dopo tre mesi di coprifuoco, un rosso Natale, non per tradizione, e più giorni trascorsi a tavoli ammainati anzichè in servizio, i pubblici esercizi ravennati vogliono dare un taglio alle chiusure. Su questo verte la protesta andata in scena ieri in piazza, dove da palazzo Merlato a via Armando Diaz sono stati posizionati e apparecchiati un centinaio di tavolini, presieduti a distanza di sicurezza da altrettanti fra titolari di pubblici esercizi, bar, pub, ristoranti e strutture ricettive. Una voce che si alza e all’unisono reclama un allentamento della morsa: «Ora o mai più». I protestanti lamentano infatti di aver raggiunto: «Il limite – così Mauro Mambelli, titolare del ristorante La Gardèla di via Ponte Marino e presidente di Confcommercio Ravenna –. Non si tratta di mesi o settimane, ma di giorni. Non ci possiamo più permettere anche solo un giorno di chiusure. Adesso è davvero il momento della responsabilità da parte nostra e dei nostri clienti, ma allo stesso tempo è ora che il nuovo Governo ci accordi la fiducia che ci spetta dopo tanto tempo passato al palo e tutti gli adeguamenti normativi che abbiamo preso». Le richieste avanzate durante il flash mob indetto da Ascom Confcommercio e Confesercenti in piazza del Popolo, mediante un documento per la gradualità delle restrizioni nei pubblici esercizi, riguardano appunto un ripensamento degli orari di apertura declinati al colore delle zone. In giallo, la proposta è di estendere l’apertura serale dalle 18 attuali alle 21.30, così da permettere di rimanere in linea con un coprifuoco che pare ancora lontano dall’essere rimosso, ma allo stesso tempo di: «Diluire i flussi, per un vantaggio reciproco in termini di sicurezza, gestione e economia», continua Mambelli. In zona arancione invece, la protesta punta a introdurre l’apertura fino alle 18, con asporto fino alle 22. «Ci aspettiamo una sterzata favorevole al lavoro e all’econmia da parte del governo Draghi – così Massimiliano Gentile, titolare del Babaleus in Vicolo Gabbiani, anch’egli sceso in piazza con il proprio tavolo –. Perchè ogni ristorante si è adeguato ad ogni norma di controllo e distanziamento all’interno dei propri locali, non capiamo perchè ancora al nostro settore venga riservato un trattamento di questo tipo». Il riferimento di Gentile è alla deroga sugli orari dei negozi, permettendo sotto le feste natalizie di gestire meglio i flussi. «Essere aperti a mezzogiorno è qualcosa di positivo – conclude il titolare del Babaleus –, ma insufficiente. La maggior parte dei ristoranti lavora per lo più di sera e oltre ad un danno economico, da questo prolungata chiusura anticipata alle 18 ne deriva anche un sovrafflusso di clienti durante l’unico pasto disponibile. Ciò crea per i locali un impegno in più nella gestione e dimostra come le persone abbiano voglia di tornare a vivere, seppure sempre con la massima attenzione». 

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